Se hai una Partita IVA o stai pensando di aprirne una, probabilmente ti sarai chiesto: dato un incasso lordo di 30.000 €, quanto mi resta al netto dopo tasse e contributi? Conoscere questo numero ti aiuta a stabilire la tariffa da chiedere ai clienti e a pianificare le tue finanze. In questa guida vediamo i passaggi fondamentali per calcolare il netto, con esempi per regime ordinario e forfettario.
Il primo passaggio: calcolare l’imponibile
Per ottenere il netto è necessario prima determinare l’imponibile, cioè la base su cui si applicano tasse e contributi.
- Regime ordinario: imponibile = incassi − spese effettive − contributi versati dell’anno precedente (o dell’anno corrente a seconda dell’operazione).
- Regime forfettario: imponibile = incassi × coefficiente di redditività − contributi obbligatori. Nel forfettario le spese non si detraono singolarmente perché il coefficiente rappresenta una deduzione forfettaria.
Esempi pratici
Esempio regime ordinario
Incasso lordo: 30.000 €
Spese sostenute: 8.000 €
Contributi versati: 2.000 €
Imponibile = 30.000 − 8.000 − 2.000 = 20.000 €
Esempio regime forfettario (coeff. 78%)
Incasso lordo: 30.000 €
Imponibile lordo = 30.000 × 78% = 23.400 €
Sottrai contributi versati (es. 2.000 €) ⇒ Imponibile netto ≈ 21.400 €
Regime ordinario: IRPEF e contributi
Nel regime ordinario sull’imponibile si applica l’IRPEF con scaglioni progressivi e, separatamente, i contributi previdenziali. L’IRPEF varia per scaglioni e include eventuali addizionali regionali e comunali. I contributi dipendono dalla gestione a cui sei iscritto.
Con un imponibile di 20.000 €, a titolo esemplificativo potresti sostenere qualche migliaio di euro di IRPEF (in funzione degli scaglioni, delle detrazioni e delle addizionali) e poi i contributi previdenziali: il totale di tasse+contributi determina il netto residuo.
Regime forfettario: imposta sostitutiva e semplicità
Nel regime forfettario il calcolo è più lineare: imponibile = incasso × coefficiente di redditività. Sull’imponibile si applica l’imposta sostitutiva (ad es. 5% per i primi anni per le nuove imprese, 15% negli anni successivi), poi si sottraggono i contributi obbligatori.
Di conseguenza il netto tende ad essere più prevedibile, ma è importante valutare il coefficiente ATECO e la gestione contributiva.
Contributi previdenziali: i principali casi
I contributi cambiano molto a seconda della gestione:
- Gestione Separata INPS: aliquota percentuale applicata sull’imponibile (es. intorno al 26% ma varia).
- Gestione artigiani e commercianti: contributo minimale fisso fino a una soglia + aliquota percentuale sulla parte eccedente.
- Casse professionali private: regole e aliquote specifiche stabilite dalla cassa di riferimento.
Il peso dei contributi è spesso rilevante e può incidere sensibilmente sul netto finale.
Confronto sintetico: netto stimato
Valori esemplificativi (indicativi, da verificare con dati reali):
- Ordinario (incasso 30.000 €, spese 8.000 €, contributi 2.000 €): imponibile 20.000 €. Supponendo IRPEF + contributi complessivi pari a 6.700 €, il netto residuo potrebbe aggirarsi intorno a 23.300 €.
- Forfettario (incasso 30.000 €, coeff. 78% → imponibile 23.400 €, contributi ipotetici 6.100 €, imposta 5% sui primi anni): netto residuo indicativo ≈ 23.800 €.
Questi numeri sono solo orientativi: il netto reale dipende da coefficiente ATECO, aliquote contributive effettive, possibilità di detrazioni e dall’anno di attività (caso aliquota ridotta 5%).
Perché è fondamentale conoscere il netto
Conoscere il netto ti permette di:
- stabilire una tariffa adeguata ai tuoi clienti;
- valutare se conviene il regime forfettario o ordinario;
- prevenire sorprese in dichiarazione dei redditi;
- pianificare investimenti o risparmi in modo realistico.
Conclusione
Partendo da 30.000 € lordi ottieni un utile netto reale solamente dopo aver calcolato l’imponibile, considerato contributi e imposte. Il regime forfettario tende a semplificare i calcoli ma potrebbe non essere sempre il più conveniente: ogni caso va valutato singolarmente. Per una simulazione personalizzata è consigliabile utilizzare un software di calcolo aggiornato o rivolgersi a un commercialista.
FAQ
1. L’aliquota 5% del forfettario è sempre valida?
No. L’aliquota agevolata del 5% è prevista per i primi anni di attività per chi rispetta le condizioni; dopo si applica la normale imposta sostitutiva (es. 15%).
2. Nel forfettario devo comunque documentare le spese?
In forfettario le spese non si detraggono singolarmente: il coefficiente di redditività tiene conto di una deduzione forfettaria sulle spese.
3. I contributi incidono molto sul netto?
Sì: il peso dei contributi varia per gestione e può ridurre in modo significativo il netto disponibile.
4. Cosa succede se supero i limiti di ricavi del forfettario?
Superando i limiti stabiliti per il regime forfettario si perde l’agevolazione e si passa al regime ordinario, con conseguente diversa imposizione fiscale e contributiva.
5. Conviene simulare prima di aprire la Partita IVA?
Assolutamente sì: una simulazione aiuta a capire quale regime conviene e quale tariffa applicare per ottenere il netto desiderato.
Nota: i valori e le aliquote indicati in questa guida sono a titolo esemplificativo. Per calcoli ufficiali e aggiornati fai riferimento alla normativa vigente o a un consulente fiscale.


